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E.Bullfon

Grave
Azienda Vitivinicola I VINI di EMILIO BULFON
Via Roma, 4, 33094 Valeriano, Pinzano al Tagliamento PN

L’azienda vitivinicola Emilio Bulfon si trova nell’area pedemontana della provincia di Pordenone, immersa tra boschi, colline e le rive del fiume Tagliamento, uno dei più antichi corsi d’acqua d’Europa. Si estende con i suoi vigneti nel territorio che comprende i comuni di Castelnovo del Friuli e Pinzano al Tagliamento, su una superficie in parte collinare, costituita da 15,90 ettari di cui 11 coltivati a vigneto esclusivamente di varietà autoctone friulane recuperate.

L’azienda cerca di coniugare le innovazioni tecnologiche in campo enologico con la valorizzazione del territorio: immersa nel verde, dispone di una moderna cantina, un punto vendita, un’ampia sala degustazione con una raccolta etnografica ed offre a chi volesse pernottare e fare una prima colazione anche un alloggio agrituristico, accreditato da Ersa con 5 margherite, articolato in 4 camere e piscina.

Dal 2006 l’azienda, che è stata qualificata dall’Ersa anche come Fattoria Didattica, promuove non solo i vini, ma anche il ricco patrimonio di storia ed arte del territorio. Non a caso il logo dell’azienda, e l’etichetta dei vini, ormai inconfondibile, traggono spunto in da un particolare di un affresco di origine medievale, presente nella Chiesa di Santa Maria dei Battuti di Valeriano, raffigurante “L’Ultima Cena”. All’enoturista in visita viene offerta la possibilità di essere accompagnato nei vari vigneti terrazzati dell’azienda e di fare escursioni in bicicletta in collina, ma anche di visitare le chiese locali che conservano importanti opere (affreschi del Pordenone), il castello dei conti Savorgnan, il sacrario austroungarico, il ponte di Pinzano sul Tagliamento e un ambiente naturalistico rimasto sinora fortunatamente incontaminato.

La filosofia  
Il cuore della filosofia dell’azienda è rappresentato dalla riscoperta e dal recupero di antichi vitigni friulani coltivati per secoli sulle colline del Friuli Occidentale. Antichi vitigni che fino a una trentina d’anni fa sembravano scomparsi, fagocitati dai rovi e dall’incuria degli uomini, ma che la passione di Emilio Bulfon, con l’aiuto di Noemi e dei figli Lorenzo ed Alberta, ha fatto rinascere a nuova vita e con cura, ha individuato, selezionato e reimpiantato, con la collaborazione degli esperti ampelografi dell’Istituto Sperimentale di Conegliano.

Il cuore del lavoro di Emilio Bulfon, scopritore di queste varietà autoctone, è rappresentato dalla volontà di perseverare nella valorizzazione e nella tutela di questi vitigni, accanto ai capisaldi dell’attività vitivinicola: la cura costante dei vigneti, il miglioramento e l’affinamento della qualità dei vini ottenuti e l’accoglienza in cantina. Nel 1987, la Provincia di Pordenone, riconoscendo il lavoro di recupero e valorizzazione compiuto, gli ha conferito la medaglia d’ oro e, dopo aver avviato in una delle sue aziende agricole l’impianto sperimentale di 24 vitigni autoctoni friulani, ha promosso con il contributo del Comitato iniziative agricole della Fiera di Pordenone e dell’Istituto di Enologia di Conegliano, il libro di carattere storico e scientifico “Dalle colline spilimberghesi nuove viti e nuovi vini”, a cura di Emilio Bulfon, Ruggero Forti e Gianni Zuliani (1987, p. 83), dove per la prima volta sono state pubblicate le schede ampelografiche delle varietà recuperate:

Ucelut, Piculit-Neri, Sciaglin e Forgiarin.

Una ricerca che è continuata in seguito con il recupero di altre cultivar, un tempo presenti nell’area pordenonese e in via d’estinzione: è il caso della varietà Cividin, Cordenossa e Cjanorie, selezionate e coltivate ormai da decenni nei vigneti dell’azienda a Valeriano per concessione dell’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura di Pordenone e con l’autorizzazione della Regione. Tutte e tre varietà di vite sono state iscritte nel “Catalogo nazionale delle varietà di uva”. Nel 2010 Emilio Bulfon

in occasione della 43ª edizione del Vinitaly, il salone internazionale del vino europeo che si svolge ogni anno a Verona, è stato insignito dell’onorificenza di “Benemerito della vitivinicoltura italiana 2010”, Gran Medaglia di Cangrande della Scala. Un prestigioso riconoscimento che ogni anno, dal 1973, viene attribuito dall’Ente autonomo VeronaFiere ad una sola persona per ogni Regione italiana per premiare chi si sia particolarmente distinto per aver saputo valorizzare la cultura vitivinicola di un territorio e con la propria attività professionale o imprenditoriale abbia contribuito al progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.


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