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                                        Malattie delle viti




Filossera
La fillossera, originaria dell'est degli Stati Uniti d'America, ha provocato una grave crisi della viticoltura europea a partire dal 1863. Ci sono voluti più di trent'anni per superarla, ricorrendo all'innesto della vite europea su quella americana.
Nel 1869 in Francia, Victor Pulliat creò la Società regionale di viticoltura di Lione e organizzò delle conferenze e dei corsi di istruzione sulle radici resistenti per rigenerare i vigneti francesi attaccati dalla fillossera.
Dopo la ricostituzione dei vigneti, questo devastatore ha acquisito un'importanza secondaria. Attualmente, tutti i vigneti del mondo sono costituiti con piante innestate, eccetto quelli cileni, che non sono mai stati attaccati dalla fillossera, e di quelli impiantati su terreni sabbiosi, nei quali la fillossera non trova un habitat favorevole.
terreni ad elevato tenore in sabbia rappresentano un ostacolo insormontabile alla propagazione delle infestazioni perché le neanidi non riescono a muoversi in questo substrato grossolano e incoerente. È infatti noto che i vigneti impiantati su terreni sabbiosi sono pressoché immuni agli attacchi della fillossera;
i terreni argillosi e idromorfi, soggetti a periodici ristagni, impediscono il proliferare delle infestazioni in quanto l'ambiente asfittico è sfavorevole alla fillossera. Si tratta tuttavia di condizioni ambientali poco propizie alla viticoltura.

Peronospera
Col termine comune di peronospora in agricoltura si indica genericamente una malattia delle piante causata da protisti appartenenti non solo al genere Peronospora, ma anche ad altri generi, sia della famiglia Peronosporacee che della famiglia Piziacee. La malattia rientra in generale nella categoria delle malattie trofiche in quanto causata da organismi parassiti che sottraggono risorse trofiche alla pianta ospite per mezzo di rapporti anatomici e fisiologici abbastanza stretti. L'eziologia si manifesta, in generale, con depigmentazioni a carico dei tessuti verdi, a cui seguono in genere necrosi più o meno estese. A carico dei frutti si instaurano processi degenerativi che si manifestano con necrosi o marciumi. L'esito degli attacchi di peronospora è spesso letale, soprattutto quando interessa le piante erbacee.



Oidio
L'oidio, detto anche mal bianco, nebbia o albugine,[1] è una malattia trofica delle piante causata da funghi Ascomycota della famiglia delle Erysiphaceae nella fase asessuata del ciclo, in passato identificata con il genere di funghi imperfetti Oidium. Caratteristica comune degli Oidium è quella di produrre ife conidiofore terminanti con catene di conidiospore, dette appunto oidiospore.
Il rapporto trofico che lega gli agenti dell'oidio alle piante ospiti è un parassitismo obbligato. La maggior parte delle specie si comporta come ectoparassita, sviluppando un micelio sulla superficie degli organi attaccati. La relazione anatomo-fisiologica che lega il patogeno all'ospite è costituita da austorii che attraversano l'epidermide penetrando nelle cellule del tessuto sottostante. Solo alcune specie, facenti capo ai generi Leveillula e Phyllactinia, penetrano attraverso gli stomi comportandosi in questo caso come ecto-endoparassiti o come endoparassiti.

 
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